Una voce russa nelle notti estive di Roma. È quella che ha fatto emozionare il pubblico del Village Celimontana, il festival che dal 7 agosto al 31 ottobre porta sul palco oltre 100 concerti con artisti di alto livello. Fra loro, anche la mezzosoprano Anna Konovalova, che nella notte di Ferragosto si è esibita con la band “Lino Patruno Jazz Show”, fondata dall’omonimo musicista calabrese, autore - fra le tante - anche di una canzone dedicata a Mosca, “Midnight in Moscow”.
Originaria di Mosca e diplomatasi al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, Anna ha ricevuto il premio Giuseppe Sciacca 2019 per il suo contributo artistico e culturale a livello internazionale, e ha fatto parte del celebre quartetto crossover “Les Div4s”, affiancando il tenore Andrea Bocelli nelle sue tournée mondiali.
Sono arrivata in Italia quando avevo 16 anni per studiare il canto lirico: era il mio grande sogno. Sono entrata al Conservatorio Santa Cecilia a Roma, e da quel giorno la mia vita non è più stata la stessa. Dopo diversi anni di studio e lavoro nei teatri mi sono avvicinata allo stile pop-lirico, detto anche crossover, reso celebre dal tenore Andrea Bocelli.
Ho avuto l’occasione di far parte del quartetto “Les Div4s”, composto da quattro ragazze che cantano lirica e crossover. L’opera è un genere molto di nicchia, mentre il crossover avvicina la lirica a tutti. Il progetto è nato con Bocelli e ha debuttato nel 2008 a Roma; cinque anni dopo sono entrata anch’io. Lavoriamo ancora insieme. Siamo state ospiti a vari concerti di Bocelli, abbiamo fatto insieme moltissime tournée. Il progetto poi è cresciuto e abbiamo iniziato a lavorare anche senza di lui. Prima di cantare con “Les Div4s” mi sono esibita a teatro nel ruolo di Mercedes nella Carmen, Suzuki nella Madama Butterfly, Maddalena nel Rigoletto e Dorabella in Così fan tutte.
Li abbiamo scelti insieme a Lino perché sono brani classici del jazz. Canzoni come “Summertime” di Gershwin sono alla portata della mia vocalità classica.
La lirica è assolutamente ancora molto presente: fa parte di me, mi sono dedicata tantissimo alla mia formazione e non potrei mai rinunciare. Porto avanti progetti teatrali e collaborazioni con festival musicali. Mi piace mescolare i generi, rivisitare, creare: mi appassiona questo lato artistico, ovviamente sempre con grande rispetto per la struttura e lo stile. È un modo per spingersi verso nuovi orizzonti.
Sì, mi manca molto e ci torno sempre volentieri: a Mosca c’è la mia famiglia. Amo il mio paese e la mia città.
Sinceramente in Russia ho fatto ben poco: sono andata via a 16 anni, perciò quasi tutto il mio lavoro si è svolto in Europa e in America. In Russia ho fatto solo qualche evento privato, sempre con “Les Div4s”. Mi sono esibita a Magnitogorsk, invitata come cantante straniera. Mi farebbe piacere esibirmi in Russia, sono molto legata al mio paese, e amo molto la mia città, Mosca. Anche se vivo in Italia ormai da quasi 20 anni, mi sento profondamente russa e sono orgogliosa di esserlo.
Sarebbe un grande onore per me portare Lino nella mia patria!
Oggi posso dire di aver passato la maggior parte della mia vita in Italia: solo le mie radici e i miei ricordi d’infanzia sono rimasti a Mosca. Vedo molte similitudini tra russi e italiani: la generosità, la bontà d’animo… Gli italiani sono molto solari. Quello che mi ha trasmesso l’Italia è il grande rispetto per la famiglia: usanze che in Russia si sono un po’ perse. Mi riferisco al pranzo in famiglia tutti insieme, alle grandi tavolate, all’attesa della nonna che arriva con un piatto preparato da lei: in Italia c’è grande amore per le tradizioni. A Mosca invece si lavora senza orari, è una città che ti divora. Credo che gli italiani sappiano godersi la vita e divertirsi. Io sono nata in un periodo di povertà durante il Comunismo: solo dopo sono emerse le occasioni per realizzare i propri sogni. Sono grata ai miei genitori per avermi dato le opportunità che loro non hanno mai avuto, permettendomi di fare della mia passione un mestiere.
Le grandi tavolate durante le feste in famiglia. Ma anche la festa della Vittoria che si celebra il 9 maggio con grande sfarzo, e il capodanno russo, simbolo di un nuovo inizio. Un altro ricordo al quale sono molto affezionata è il 1° settembre, ovvero il primo giorno di scuola: una grande festa, mi piaceva andare a scuola. Ricordo tutti quei bambini con i fiori: da noi si usa portarli alle maestre.
Ha influenzato alcuni aspetti della mia vita come le relazioni personali e sul lavoro. I ruoli sociali in Russia e in Italia sono diversi, e credo di aver preso il meglio di entrambe le realtà: mi reputo una donna ambiziosa e realizzata, che non ha fretta di “sistemarsi”, ma che allo stesso tempo ama la casa, i bambini e cucinare torte la domenica.
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