“Ivan il Terribile mostra i suoi tesori all’ambasciatore inglese Horsey”, dipinto di Aleksandr Litovchenko del 1875
Museo RussoIl quadro “Ivan il Terribile mostra i suoi tesori all’ambasciatore inglese Horsey” fu dipinto da Aleksandr Litovchenko (1835-1890) sulla base delle memorie del diplomatico inglese Jerome Horsey, che arrivò a Mosca nel 1573 e successivamente pubblicò ben tre libri sulla sua permanenza in Russia. Secondo l’inglese, ogni giorno lo zar, che ormai faceva fatica a camminare, si faceva portare nella stanza del tesoro, dove parlava ai suoi cortigiani dei preziosi oggetti che vi erano custoditi. Una volta insistette, affinché gli portassero il suo scettro, fatto con il corno di unicorno e decorato con diamanti, rubini, zaffiri, smeraldi e altre pietre preziose che Ivan IV chiamava “amici della bellezza e della virtù e nemici del vizio”.
A sinistra: erikhonka (particolare tipo di elmo aperto) dello zar Michele di Russia, noto anche come Elmo del principe Aleksandr Nevskij per la errata attribuzione diffusa in passato. A destra: esempio di archak, telaio rigido per sella
Musei del Cremlino di MoscaA sinistra: la Corona di Monomaco, a destra: la Corona di Kazan
Musei del Cremlino di MoscaTra i tesori, che nel quadro di Litovchenko sono disposti attorno a Ivan il Terribile, si vedono l’elmo del principe Aleksandr Nevskij, la Corona di Monomaco e la Corona di Kazan, pezze di broccato, calici fatti con le conchiglie di nautilus (molluschi, per anni considerati estinti, ma riscoperti in vita nel 1829), altri calici che hanno la forma di un gallo, un archak (sella da cavallo con anima rigida), fondine da sella in velluto, finimenti per cavalli, staffe di fabbricazione turca. La cosa più interessante è che l’ambasciatore Horsey difficilmente poté vedere gli oggetti di cui sopra, tranne forse le corone dei principi russi, perché tutto il resto fu consegnato all’Armeria soltanto nel XVII secolo. Tra l’altro, nel dipinto di Litovchenko gli oggetti sono disposti esattamente nello stesso ordine in cui si presentavano in esposizione nel XIX secolo.
A sinistra: “Ivan il Terribile”, scultura di Mark Antokolskij del 1871; a destra “Il trono di avorio di Ivan il Terribile”. In realtà questa “attribuzione” è dovuta solo al successo della scultura di Antokolskij
Museo russo; Musei del Cremlino di MoscaSecondo la leggenda, il trono rivestito con lastre di avorio su cui sono raffigurate varie scene della vita del re Davide, tritoni, cupidi e ippocampi, fu portato in Russia da Sofia Paleologa come parte della dote da lei ricevuta in vista del matrimonio con il principe Ivan III. Gli zar, quando venivano in chiesa in occasione di feste religiose, stavano su questo trono, pertanto il trono veniva spostato tra le cattedrali del Cremlino a seconda di dove la liturgia veniva celebrata. Alla fine del XIX secolo, lo scultore Mark Antakolskij scolpì Ivan il Terribile seduto sul trono di avorio (successivamente replicato anche in bronzo). L’effetto fu tale che si cominciò a credere che il trono fosse davvero appartenuto a Ivan IV.
A sinistra: “Caterina II”, ritratto dell'incoronazione del pittore bolognese Stefano Torelli; A destra: Abito dell'incoronazione di Caterina II (la Grande)
Museo russo; Musei del Cremlino di MoscaAbito incredibilmente lussuoso in broccato argento, creato per l’incoronazione di Caterina II, ricamato con più di 170 aquile bicipiti in seta e oro e decorato con merletti di Brabante. Ritratti spettacolari dell’imperatrice con questo abito furono dipinti da Stefano Torelli e Vigilius Erichsen.
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“Ritratto di Caterina II” del pittore Fjodor Rokotov, anni Ottanta del Settecento. Nell’ingrandimento: Medaglia dell’Ordine di San Giorgio
Museo Ermitage; Museo di StoriaL’ordine di San Giorgio, la massima onorificenza militare della Russia, fu istituito da Caterina II nel 1769. Lo possiamo vedere in vari ritratti, dipinti da Fjodor Rokotov e Aleksandr Roslin.
In tutto, prima della rivoluzione bolscevica, la croce d’oro e la stella recante il motto “Per Servizio e Coraggio”, furono consegnate a 25 persone, tra cui Aleksandr Suvorov, il principe Grigorij Potjomkin e il feldmaresciallo Pjotr Rumjantsev.
L'imperatore Nicola II e l'imperatrice Aleksandra Feodorovna nei costumi dello zar Alessio Mikhailovich e della zarina Marija Ilinichna; Re di Cuori dal mazzo di carte Dondorf
Dominio pubblicoTutti i partecipanti di questo straordinario ballo al Palazzo d’Inverno vestivano costumi in stile russo. Per l’imperatore Nicola II, il direttore dell’Ermitage, Ivan Vsevolozhskij e il pittore Evgenij Pomonarev ricrearono il costume di Alessio Mikhajlovich, il secondo zar della dinastia Romanov. Nel 1911, la tedesca “Dondorf” mise in vendita un mazzo di carte ispirato dai costumi dello storico ballo. L’ultimo imperatore russo era il re di cuori.
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“Bogatyri”, dipinto di Viktor Vasnetsov (1881-1898). Nell’ingrandimento l’elmo di forma conica con Deesis (immagini sacre)
Galleria Tretjakov; Musei del Cremlino di MoscaQuesto elmo in acciaio di forma conica, decorato con immagini di Cristo, della Madre di Dio, di Giovanni il Battista, di San Nicola e degli angeli, fu creato da artigiani moscoviti e bizantini nella seconda metà del XIV secolo. Considerata la ricchezza della decorazione, si presume che sia appartenuto a un gran principe. Proprio questo elmo è raffigurato in testa a Dobrynja Nikitich nel quadro “Bogatyri” di Viktor Vasnetsov.
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In alto: “Il mattino dell’esecuzione degli Strelizzi”, dipinto del 1881 di Vasilij Surikov. In basso: Kolymaga a quattro posti, Officine delle Scuderie del Cremlino di Mosca, anni Quaranta del Seicento
Galleria Tretjakov; Musei del Cremlino di MoscaSi tratta di una carrozza di tipo chiuso a quattro posti, con finestrini, tappezzata con velluto color lampone. Fu realizzata per il capo dell’amministrazione di Brjansk, successivamente appartenne a Nikita Ivanoviсh Romanov, zio di Michele di Russia, il primo zar della dinastia Romanov. Questa carrozza riccamente decorata può essere vista nel quadro di Vasilij Surikov “Il mattino dell’esecuzione degli strelizzi”.
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A sinistra: “Aleksandr Nevskij”, dipinto del 1942 di Pavel Korin; a destra: l’elmo erikhona a lungo ritenuto di Nevskij (vissuto dal 1220 al 1263). In realtà opera del maestro Nikita Davydov risalente al 1621 e realizzata per Michele I
Galleria Tretjakov; Musei del Cremlino di MoscaÈ forse l’elmo più conosciuto della storia russa, facilmente riconoscibile, perché raffigurato sul Grande Stemma dell’Impero russo, sugli stemmi degli zesarevich (gli eredi del trono russo) e sull’ordine di Aleksandr Nevskij. È con questo elmo che il Santo principe Aleksandr Nevskij è raffigurato nel trittico a lui dedicato del pittore Pavel Korin e nel mosaico della stazione “Komsomolskaja” della metropolitana di Mosca. Le decorazioni in oro e pietre preziose e il bassorilievo con l’arcangelo furono realizzati dall’artigiano Nikita Davydov che lavorava per la corte dello zar.
L’incoronazione di Ivan V e Pietro I il 25 giugno 1682. Incisione da un disegno di K. Brozhe. Nell’ingrandimento la Corona di Monomaco del secondo completo, creata proprio in quell’occasione per l’inusuale incoronazione doppia
Dominio pubblico; Musei del Cremlino di MoscaNel 1682, quando i figli dello zar Alessio Mikhajlovich, Pjotr e Ivan (Pietro I e Ivan V) furono incoronati insieme, per l’occasione si dovette creare una seconda corona. Essendo più grande, Ivan fu incoronato con la storica corona di Monomaco, mentre per il futuro imperatore Pietro I fu appositamente realizzata una nuova corona detta Corona di Monomaco del secondo “completo”. Questa corona è decorata con filigrana d’oro, spinelli e smeraldi, sulla sommità ha una croce di perle. Un dipinto che ritrae il momento dell’inaugurazione dei due regnanti può essere visto nell’album creato da Karel Brozh, illustratore russo di origine ceca.
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Ritratto dell’incoronazione di Anna I di Russia (Anna Ioannovna) realizzato dal pittore Louis Caravaque. Nell’ingrandimento: la Corona di Anna I
Galleria Tretjakov; Musei del Cremlino di MoscaPer chi assistette alla cerimonia di incoronazione dell’imperatrice Anna I era difficile credere che i preparativi dell’inaugurazione fossero durati soltanto pochi mesi, tanto erano ricchi il suo abito in broccato francese e le due corone appositamente realizzate: la corona cerimoniale, da incoronazione, e la seconda corona per i ricevimenti ufficiali. Louis Caravaque, il pittore di Corte, ritrasse l’imperatrice in tutto il suo splendore, con l’abito che brilla d’argento, impreziosito da un lussuoso mantello di ermellino, e con la fantastica corona in testa.
A sinistra: ritratto di Pietro il Grande del 1795 del pittore Pjotr Drozhdin; a destra: i “botforty”, gli stivali assiani di Pietro il Grande
Museo Russo; Musei del Cremlino di MoscaIl primo imperatore non solo governava il Paese e apriva la finestra sull’Europa, ma creava anche le calzature con le proprie mani. Per esempio, fu lui stesso a realizzare questi stivali che si mettevano sopra altri stivali foderati di pelo. Gli stivali imperiali hanno un gambale di quasi 90 cm e un tacco alto 7,5 cm. Immagini di Pietro I con questi stivali assiani si possono vedere in particolare nei dipinti di Pjotr Drozhdin e Aleksej Antropov.
A sinistra: ritratto dello zar Alessio Mikhajlovich dipinto da un’artista ignoto che lavorava per l’Armeria del Cremlino; a destra: le Barmy di Alessio Mikhajlovich
Musei del Cremlino di MoscaFra tutti i simboli regali, le Barmy sono forse il più singolare. Questo grande collare di forma tonda che copriva le spalle (analogo del loros, la stola bizantina), decorato con immagini di santi e pietre preziose, era l’unico simbolo del potere che non si poteva trasmettere all’erede al trono. Ogni nuovo monarca doveva ordinarne uno nuovo per sé. Le barmy di Alessio Mikhajlovich, create da artigiani di Istanbul, sono decorate con sette medaglioni, tempestati con rubini, diamanti e smeraldi, recanti le immagini della Vergine, San Costantino e Sant’Elena, San Basilio e San Mercurio di Cesarea. In uno dei più noti ritratti dello zar, dipinto da un’artista ignoto che lavorava per l’Armeria del Cremlino, Alessio Mikhajlovich è raffigurato con lo scettro, il globo crucigero e, appunto, le preziose Barmy sulle spalle.
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