Cinque cose da sapere sull’icona più venerata dalla dinastia Romanov

Dominio pubblico
L’icona della Madre di Dio Feodorovskaja, le cui origini si perdono nell’oscurità dei secoli, è tuttora considerata protettrice dello Stato russo

Un’icona miracolosa, miracolosamente ritrovata

Non sappiamo con certezza come l’icona sia finita nella Rus’ e da chi sia stata dipinta. Secondo la leggenda, l’icona si trovava al monastero di San Teodoro a Gorodets, nella regione di Nizhnij Novgorod, quando, nel 1238, il monastero fu bruciato dalle truppe di Batu Khan. Successivamente, l’icona fu ritrovata dagli abitanti di Kostroma.

Secondo il “Racconto del ritrovamento della miracolosa icona Feodorovskaja”, il 15 agosto 1239, alla vigilia della Dormizione della Vergine, gli abitanti di Kostroma videro nelle strade della città un milite che portava in braccio un’icona della Madre di Dio. Sempre secondo la leggenda, il milite fu identificato dai cittadini come il Gran Martire Teodoro di Eraclea, protettore delle milizie cristiane. L’icona fu portata attraverso tutta la città, mentre il giorno dopo, durante una battuta di caccia sul fiume Zaprudnja, a nord di Kostroma, un principe vide l’icona appesa ad un albero.

Quanto all’identità del principe, che ha ritrovato la sacra immagine, esistono tre versioni. Potrebbe trattarsi del principe di Kostroma Vasilij Kvashnjá, del Gran principe Jurij II di Vladimir o di Vasilij Jaroslavich, fratello minore di Aleksandr Nevskij

Icona Feodorovskaja della Madre di Dio, seconda metà del XVIII secolo

Tuttavia, come scrive il ricercatore Aleksej Fedorov, la cosa più importante è che l’icona fu ritrovata “non da un contadino, un monaco o un commerciante, bensì da un principe dei Rjurikidi. Ciò determinò subito lo status di questa icona come protettrice delle autorità”.

Comunque sia, l’icona fu portata da Gorodets, distrutta da Batu Khan, a Kostroma, dove fu collocata nella chiesa di San Teodoro. La leggenda dice che il principe non riuscì a prendere l’icona nelle sue mani: lo poterono fare soltanto i sacerdoti che giunsero appositamente da Kostroma. Il nome “Feodor” (Teodoro), che diede all’icona la sua denominazione, in greco significa “Dono di Dio”.

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Vista del campanile e della Cattedrale dell’Assunzione dalla riva del Volga (foto di Sergej Prokudin-Gorskij)

Dalle leggende si sa che nel 1262 (o 1264), sul Lago Svjatoe (oggi a 4 km dal centro di Kostroma), l’icona fece un miracolo, aiutando gli abitanti di Kostroma a sconfiggere un reparto di mongoli, i quali furono abbagliati dall’icona con una “luce divina”. Da allora l’icona era venerata come miracolosa. Alla fine del XIII secolo, l’icona fu portata nella Cattedrale della Dormizione del Cremlino di Kostroma. A differenza delle altre chiese, l’altare di questa cattedrale non è rivolto verso l’Est, bensì verso il Nord, in direzione del posto dove l’icona fu ritrovata. Per l’architettura ortodossa di quell’epoca è un caso davvero singolare.

L’icona divenne anche simbolo del regno di Michele di Russia, il primo zar della dinastia Romanov

“Chiamata di Mikail Romanov al trono di zar”, dipinto del 1800 di Grigorij Ugrjumov

Nel 1613, l’assemblea dello Zemskij sobor scelse come nuovo zar l’allora giovanissimo Mikhail Fedorovich Romanov che in quel momento, insieme a sua madre Marfa, si trovava al Monastero Ipatjev di Kostroma. Sebbene le fonti di quel periodo non menzionino direttamente la Madre di Dio Feodorovskaja in relazione all’ascesa al trono del primo dei Romanov, nella raccolta di cronache conosciuta come “Novyj letopisets”, creata durante il regno del primo dei Romanov, si legge che la delegazione che si recò da Mikhail Fedorovich e sua madre, per offrire al giovane Romanov il trono, aveva con se l’icona della Madre di Dio Feodorvskaja. Alla luce di ciò, il 14 marzo (secondo il vecchio calendario), giorno in cui il giovane Mikhail Romanov accettò il potere sovrano, divenne festa della Madre di Dio Feodorovskaja. Attualmente (secondo il nuovo calendario), la festa viene celebrata il 27 marzo.

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Nei primi anni del suo regno, per accentuare il significato della Madre di Dio Feodorovskaja, intesa come protettrice della famiglia Romanov, Michele di Russia commissionò agli artigiani molte cornici di grande valore per la decorazione della sacra immagine e fece delle generose donazioni alla cattedrale della Dormizione, dove l’icona si trovava.

Nonostante il suo status di icona particolarmente venerata dagli zar, l’immagine continuava a restare a Kostroma. Come scrive Aleksej Fedorov, “la tradizione della venerazione delle icone ritrovate, dedicate alla Madre di Dio, non consente di spostare l’immagine liberamente da un posto all’altro. Si basa sulla semplice comprensione del fatto che il luogo di permanenza dell’immagine dipende dalla volontà della Vergine. Né principi né zar né patriarchi potevano cambiare arbitrariamente questa regola. Invece, facevano umilmente i loro pellegrinaggi a Kostroma, senza neanche pensare di portare l’immagine a Mosca o Pietroburgo”.  

La Madre di Dio Feodorovskaja diede il patronimico a molti membri della famiglia imperiale

L’icona Feodorovskaja della Madre di Dio nell’okladka, la preziosa cornice metallica, 1910 (foto di Sergej Prokudin-Gorskij)

Quando, nel 1684, lo zar di Mosca Ivan Alekseevich, fratello e coreggente di Pietro I, si sposò per la prima volta, il patronimico della sua sposa, troppo “popolano” per la moglie di uno zar, fu cambiato in onore dell’icona Feodorovskaja: Praskovja Aleksandrovna (che di cognome di chiamava Saltykova) divenne Praskovja Fedorovna. Il nome di suo padre fu cambiato da Aleksandr in Fedor.

Nel 1689, quando Pietro sposò Praskovja Illarionovna Lopukhina, alla sposa furono cambiati sia il nome (affinché non rievocasse la zarina precedente), sia il patronimico: la moglie dello zar da allora si chiamò Evdokija Fedorovna, sempre in onore della celebre icona.

La tradizione continuò anche nel XVIII secolo, solo che adesso la Madre di Dio Feodorovskaja dava nomi e cognomi agli stranieri che sposavano i membri della famiglia imperiale russa. Convertitosi all’ortodossia, il nipote di Pietro il Grande, il cui vero nome era Carlo Pietro Ulrico (Karl Karl Peter Ulrich von Schleswig-Holstein-Gottorf), divenne granduca, e poi imperatore, Pjotr Fedorovich. Il patronimico “Fedorovna” fu preso da:

– Maria Fedorovna, moglie di Paolo I (nata Sophia Dorothea Auguste Luise von Württemberg)
– Aleksandra Fedorovna moglie di Nicola I (nata Friederike Luise Charlotte Wilhelmine von Preußen)
– Maria Fedorovna, moglie di Alessandro III (nata Marie Sophie Frederikke Dagmar)
– Aleksandra Fedorovna, moglie di Nicola II (nata Victoria Alix Helena Louise Beatrice von Hessen und bei Rhein - Hesse-Darmstadt)
– Elizaveta Fedorovna, moglie del granduca Sergej Aleksandrovicj (nata Elisabeth Alexandra Luise Alice von Hessen-Darmstadt und bei Rhein)

Dopo la caduta della monarchia russa, i volti della Madonna e del Bambino sull’icona diventarono scuri

Una monaca prega di fronte all’Icona Feodorovskaja della Madre di Dio durante la liturgia in onore del suo trasferimento dal Monastero dell’Epifania di Sant’Anastasia di Kostroma alla Cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca

Dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, l’icona della Madre di Dio Feodorovskaja continuava a restare a Kostroma, ma a un certo punto la tavola perse la sua lucentezza. Il fatto fu attribuito all’abdicazione di Nicola II.

Tuttavia, la cosa più probabile è che ciò fosse conseguenza di alcuni tentativi, maldestri, di restaurare l’icona. Nel 1919, l’icona fu esaminata da una commissione del Commissariato del popolo per l’istruzione, presieduta dal restauratore Igor Grabar, dopo di che si procedette a un intervento di restauro in loco, a Kostroma. Nel 1929, l’icona fu nuovamente restaurata da Grabar a Mosca, col risultato che i volti divennero quasi indistinguibili. Non andò a buon fine neanche il restauro del 1964 presso il Centro di restauro artistico, intitolato a Grabar. Secondo il ricercatore Aleksej Fedorov, il degrado dell’immagine è conseguenza di azioni poco professionali sia di Igor Grabar, sia di chi lo ha assistito.

Nel 1934, la Cattedrale della Dormizione, nella quale la preziosa tavola era custodita, fu demolita. L’icona fece un giro delle chiese per arrivare alla fine nella chiesa della Resurrezione in Debrja (sempre a Kostroma).

Monastero dell’Epifania di Sant’Anastasia di Kostroma

Il 18 agosto 1991, dopo che alla chiesa fu restituito il Monastero dell’Epifania, l’icona fu portata nella chiesa dell’Epifania di questo monastero.

Nel 2000, l’icona tornò ad essere Patrona del potere statale in Russia

Il 27 marzo 2000, quando ricorreva la festa della Madre di Dio Feodorovskaja, sono stati annunciati i risultati delle elezioni presidenziali: Vladimir Putin è diventato presidente della Federazione Russa. Alla luce di questa coincidenza, i giornalisti hanno ricominciato a definire l’icona Feodorovskaja “Patrona del potere supremo in Russia”. Quanto a Vladimir Putin, non ha mai accentuato questo aspetto, ma nell’agosto del 2000 ha accettato dall’archimandrita Ioann (Krestjankin) una replica dell’icona.

Nel 2023, con la benedizione del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, l’icona della Madre di Dio Feodorovskaja è stata trasferita nella Cattedrale dell’Epifania del Cremlino di Kostroma, riaperta dopo la ricostruzione.


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