Le visite delle città sono faticose, ma quella di Mosca è massacrante per la vastità delle sue strade e delle piazze. È la città più estesa del mondo e i nostri piedi se ne sono accorti, nonostante l'aiuto della metropolitana. Pur se lontani dalla torrida estate italiana, i trenta gradi si sentono anche qui, e non ce la sentiamo di affrontare la fila di entrata al Cremlino nel primo pomeriggio.
Una passeggiata a Novodevichij
Andiamo nel verde del rilassante monastero di Novodevichij e soprattutto del suo splendido cimitero storico, in cui sono sepolte le più alte personalità della storia russa e non solo. Novodevichij ha lo stesso fascino del cimitero acattolico di Roma, dove sono sepolti Keats, Shelley e le ceneri di Gramsci, ma è molto più grande! Alcune tombe sono capolavori. Sculture, bronzi, graniti, sono tutte diverse; all'entrata una piantina in cirillico riporta i nomi delle personalità sepolte e la posizione. Le tombe però non sono numerate, è molto grande e non mi ci raccapezzo. Alla fine decido di girovagare a caso adocchiando dove vanno i gruppi con guida, che certamente conoscono la posizione delle tombe importanti.
Quando li vedo fermarsi davanti alla tomba di Eltsin me ne torno al mio giro casuale. Tra i grandi della letteratura russa sono sepolti qui Mayakovskij, Chekhov, Gogol, il regista Ejsenteijn (La corazzata Potiomkij!), Krushev (unico presidente di epoca sovietica non inumato al Cremlino), ma anche Raissa Gorbaciova. Casualmente trovo la tomba, piccola e modesta, del compositore Prokofiev e del grande poeta turco Nazim Hikmet. Imponenti i monumenti ai caduti dell'ultima guerra, dai generali ai soldati. Semplice e sobria la tomba di Molotov. Un gruppo di cinesi è raccolto davanti a un aereo di granito rosso: qui è sepolto l'ingegner Tupolev. Il moderno maschilismo e le rimozioni di fine novecento non mettono nella dovuta evidenza che qui è sepolta la prima donna della storia che fu nominata ministra e ambasciatrice nel 1918, Alekssandra Kollontaj, ma non riesco a trovarla. Confesso che ho sempre amato i cimiteri storici e passerei ore a girare tra le tombe, ma vengo richiamata all'ordine dalla famiglia annoiata.
La visita al Cremlino
Gli zar soffrivano di manie di grandezza e appena si entra nel Cremlino ci si imbatte nello Zar dei cannoni, il più grande del mondo che non ha mai sparato, e nella Zarina delle campane, la più grande del mondo che non ha mai suonato perché si è rotta nel tentativo di issarla sul campanile. Arriviamo all'apertura e la piazza delle cattedrali è bellissima nella luce mattutina. Cupole dorate e colorate, la facciata di uno del palazzi è bugnata e ricorda il Palazzo dei Diamanti di Ferrara non a caso. Gli zar chiamarono architetti italiani alla costruzione di alcune loro chiese e palazzi tra il XV ed il XVII secolo. Uno di essi, il Fioravanti, fu spedito a Vladimir a studiare le antiche cattedrali russe tradizionali prima di progettare la Cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca.
Il palazzo dell'Armeria contiene poche armi di pregio e una gran quantità di oggetti in oro, argento, avorio, cristallo, vesti religiose sontuosamente ricamate in oro, perle e pietre preziose appartenute agli zar e ai metropoliti della chiesa ortodossa uniti nell'antico patto tra potere politico e religioso. Un tesoro inestimabile da far impallidire quello della regina d'Inghilterra. Sono conservate anche le carrozze regali, tra cui la famosa Trojka (Trinità): veniva usata per i continui spostamenti degli zar tra Mosca e San Pietroburgo attaccando sei cavalli, ma prima di entrare in città se ne staccavano tre. La carrozza a tre cavalli divenne simbolo di potere e potenza.
Oggi è aperto e visitabile anche il Fondo dei diamanti degli Zar, tenuto sottochiave per decenni: un luccicare abbagliante da non sembrare autentico. Solo i gioielli della monarchia inglese e dello Scià di Persia possono reggere il confronto.
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